È un argomento di cui abbiamo parlato più volte (cfr. Prezzo del petrolio, cambio Euro-Dollaro e prezzo della benzina, e Allarme per il petrolio a 100 dollari, ma è giustificato fino in fondo?). Ma come dicevano gli antichi, “repetita iuvant“, tanto più che l’impressione è quella che l’argomento sia spesso trattato e presentato in modo un po’ confuso. Stiamo parlando del prezzo del petrolio, che ha raggiunto lunedì 10 marzo un nuovo record superando i 108 dollari. Come abbiamo più volte sottolineato, però il prezzo record del petrolio è dovuto in gran parte alla debolezza del dollaro.
Questo è ancora più evidente dal grafico aggiornato che presenta il prezzo del petrolio in dollari (disegnato in nero) e quello in euro (disegnato in rosso). È evidente come i due grafici si stiano sempre più allontanando (per completezza, va detto che nel grafico, come nei precedenti, è stato utilizzato il WTI anziché il Brent, che ha quotazioni leggermente diverse ma del tutto sovrapponibili come dinamiche).
Se il prezzo del petrolio è corretto con il cambio euro/dollaro, il prezzo raggiunto ieri è sì un record, ma che supera di molto poco il “record” precedente: 70,28 Euro contro 69,08 (che, per curiosità, non è stato quando il petrolio era oltre 105, ma quando era a 102,60). Insomma, un aumento di circa l’1,01% contro il un incremento di oltre il 2,30% del petrolio espresso in dollari.
Insomma, una crescita abbastanza in linea con il trend generale del prezzo del petrolio, che è bene ricordare che è inevitabilmente al rialzo, a causa della domanda crescente di energia di paesi sempre meno “emergenti” e sempre più “emersi” come Cina ed India (ricordiamo: 37% della popolazione mondiale!), per quanto le comparazioni sul trend vengano “distorte” dal fatto che l’anno scorso il prezzo del petrolio era basso rispetto al trend.
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