Gli ultimi dati che arrivano dagli USA indicano che, al momento, non è in corso alcuna contrazione del credito. Questi dati sono in linea anche con la stabilità del credito anche in Europa (anche se sono dati di qualche settimana fa).
L’ultimo dato di stamattina indica che in USA le richieste settimanali di mutui sono salite del 3%. Va detto però che essendo un indice calcolato su base settimanale, ha inevitabilmente la tendenza ad essere piuttosto volatile, e probabilmente sensibile ai recenti tagli dei tassi da parte della Fed.
E infatti la notizia non è solo l’aumento percentuale dell’indice calcolato dalla MBA (Mortgage Bankers Association, l’associazione della banche che operano nel settore dei mutui), ma il fatto che l’indice MBA ha raggiunto il massimo degli ultimi 4 anni.
Questo dato si somma ai dati della sezione di Economic Research della Federal Reserve Bank di St. Louis che, come sottolineato da diversi commentatori, evidenziano come in generale il livello dei prestiti sia ai massimi storici: ecco il grafico “rubato” dal sito della FED St. Louis.
Insomma, apparentemente la crisi dei mutui subprime sta avendo ripercussioni relativamente limitate sul credito in generale, mantenendo i suoi effetti probabilmente legati più che altro al settore e alla tipologia specifica dei prestiti. Insomma, non vuol dire che sia tornato il sole, ma confermano le idee che assisteremo nei prossimi mesi ad un rallentamento dell’economia USA e non ad una sua “implosione”.
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