Economia e Finanza

Mutui a tasso fisso o variabile? 2a puntata

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Nella maggior parte dei blog forse queste cose non le vedete: si preferisce sottolineare quando si ha indovinato e si insabbiano i casi in cui forse si poteva dire anche qualcosa di diverso. Ma questo blog non è nato perché io mi dia ragione da solo, per cui voglio tornare su un’idea che forse può essere rivista.
Ormai diversi mesi fa, avevo scritto un post in cui dicevo che secondo me erano meglio i mutui a tasso variabile anziché fisso. L’analisi è per la verità abbastanza corretta, “in astratto”: scrivevo che dato che il peso relativo della quota degli interessi è maggiore all’inizio del mutuo, allora è opportuno cercare di minimizzarla (se si accorda con la propensione al rischio di chi contrae il mutuo) preferendo il tasso variabile, che garantisce uno spread minore, anziché fisso.
Giusto per dare un’idea della sensibilità della rata al tasso di interesse nel corso del tempo: se prendo 100.000 Euro che rimborso in 10 anni, al 6% rate mensili, la rata sarà 1.110,21€.
Se il giorno dopo che ho il mutuo il tasso passa dal 6 al 10%, la rata passerà a 1.321,70€. Se invece, anziché avere questo aumento del tasso il giorno dopo, lo si ha ad esempio prima della 89° rata, questa salirà solo a 1.170,35€.
Quindi, rispetto all’idea di minimizzare la rata scegliendo un tasso variabile, può essere valido anche il ragionamento diametralmente opposto: dato che il peso della quota interesse all’inizio è elevato, può essere opportuno scegliere un mutuo a tasso fisso che dà la certezza di quanto è questa quota. Ci sono fattori che possono spingere verso questa decisione che non erano considerati nel precedente post? In realtà sì, ce ne sono almeno due:


  • Innanzi tutto, attualmente lo scenario economico-finanziario dipinge una condizione di incertezza, più che di rischio. È una cosa diversa: il rischio è noto a priori, in termini di probabilità. Se scommetto sul lancio di un dado, ho del rischio perché so che ho 1/6 di possibiltà di vincere. Se però non sono note a priori il numero di facce del dado, se il peso è distribuito uniformemente, ecc. sono in una condizione di incertezza.
  • Soprattutto, con le nuove normative dovrebbe diventare sempre più facile ri-negoziare un mutuo, a bassi costi. Quindi, può avere senso pensare di scegliere un tasso fisso che sicuramente impedisce una salita verso l’alto degli interessi, e rinegoziare il mutuo nel momento che i tassi scendessero tanto da giustificare il cambio.

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