Mondo Salute

Cina: per 64 anni con un proiettile in testa

Ha vissuto tre quarti della sua vita con un proiettile della Seconda Guerra Mondiale conficcato nel cervello, ma lo ha scoperto solo quando è andata a farsi fare i raggi X alla testa per scoprire la causa delle sue persistenti e devastanti emicranie. L’incredibile vicenda ha come protagonista un’anziana donna cinese, Jin Guangying, originaria di Shuyang, nella provincia di Jiangsu, Cina orientale. Quando la nonnina ha cominciato a lamentare dolori alla testa sempre più forti e improvvisi, tanto da impedirle addirittura di uscire di casa e di dedicarsi alle faccende domestiche, i familiari hanno subito pensato al peggio. Da qui, la decisione di ricoverarla al Shuyang Leniency Hospital per farle una radiografia. Il timore era che la povera Jin potesse avere un tumore al cervello. Invece, le lastre hanno dato un altro verdetto, mostrando chiaramente che nel cranio della donna c’era uno strano pezzo di metallo di forma cilindrica che, una volta estratto, si è poi scoperto essere un proiettile vecchio di 64 anni, risalente addirittura alla Seconda Guerra Mondiale.
CURATA CON LE ERBE – Quando lo hanno raccontato a Jin, la donna ha riannodato i fili della memoria ed è tornata quella ragazzina di 13 anni che un giorno del 1943 venne spedita dalla madre a portare i viveri al padre guerrigliero e ai suoi compagni. Durante la «missione», la giovane finì in mezzo al fuoco giapponese: colpita da un proiettile di rimbalzo che aveva prima ferito un passante e che le si conficcò in testa, Jin cadde a terra, perdendo conoscenza. Per tre mesi, venne curata dalla madre con impacchi di erbe e pozioni naturali. Alla fine, si riprese dall’incidente, dimenticandosi totalmente di quel corpo estraneo conficcato nel suo cervello. E che lì sarebbe rimasto, se la settantasettenne sopravvissuta non avesse cominciato a soffrire di tremendi mal di testa e i raggi X non avessero svelato la causa. Operata in tutta fretta, ora Jin sta bene e non vede l’ora di ritornare a casa sua. Secondo i medici che le hanno estratto il proiettile, è probabile che 64 anni fa la donna si sia salvata perché colpita di rimbalzo e che debba, quindi, la sua vita al braccio di un anonimo passante che si mise sulla traiettoria dello sparo.
Simona Marchetti


Corriere.it

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